L’allergia al nichel è la principale causa di dermatite da contatto da allergia ai metalli. Molto più diffusa tra le donne per l’esposizione alla bigiotteria, sembra sia prevalente nella terza decade di vita, anche se può svilupparsi a qualsiasi età.
Sebbene, come detto sopra, l’allergia al nichel è responsabile di sintomi cutanei, oggi sappiamo che il nichel può determinare una vera e propria Sindrome da Reazione Sistemica (SNAS, Systemic Nickel Allergic Syndrome) con sintomi anche extracutanei.
Tra questi:
🔸 a carico dell’apparato gastrointestinale (dolori addominali, diarrea, vomito, meteorismo, pirosi, nausea, stipsi etc.)
🔸 a carico dell’apparato respiratorio (rinite ed asma),
🔸 neurologici (cefalea),
🔸 generali (febbre, fibromialgie, artralgie, sindrome tensione‐stanchezza etc.).
Se abbiamo problemi di stipsi (stitichezza) da una vita, una pancia che si gonfia per qualsiasi cosa che mangiamo e se gli orecchini ci hanno sempre dato fastidio…è molto probabile che sia di mezzo proprio questa allergia (da ricercare tramite patch test).
Tuttavia, non sempre chi presenta questa allergia ha segni evidenti come la dermatite o la reattività alla bigiotteria/ cinture 😩
Il nichel è presente (in quantità variabili) in molti alimenti, soprattutto di origine vegetale, e non è facile dedurne una sensibilità solo osservando il rapporto tra alimenti ingeriti e sintomi. Inoltre, per ognuno le soglie tollerabili sono diverse!
Molto spesso la reattività del corpo a questo metallo si intensifica se esso è associato ad altre sostanze che accentuano la produzione di anticorpi diretti contro il cibo che lo contiene.
Questo è il caso dei grassi cotti industriali o dei prodotti della reazione di Maillard, reazione che rende colorate le superfici di alcuni cibi (come i semi oleosi tostati oppure, la crosticina più scura del pane o della carne arrostita).
Chi mi conosce sa già cosa penso degli oli vegetali nei prodotti industriali e che consiglio vivamente di evitarli per altri motivi….
Biscotti, cracker e merendine in cui sono sempre presenti grassi vegetali idrogenati (margarine ad esempio) contengono Nichel abbondante nella loro composizione a causa dell’impiego di Nichel nel processo di idrogenazione dei grassi. Il Nichel è presente anche in farine macinate meccanicamente anche quando il chicco del cereale non ne contiene (grano saraceno e miglio).
Quindi, oltre all’ingestione di alimenti ricchi in Nichel, l’aumentata suscettibilità al Nichel nella popolazione e nel singolo individuo potrebbe essere dovuta soprattutto all’uso di prodotti industriali!
In una prima fase di “pulizia” dell’organismo dal Nichel accumulato, è comunque suggerito un periodo di forte limitazione degli alimenti contenenti nichel in medie- alte quantità e l’uso di sostanze che ne facilitino l’eliminazione (ex: zeolite attivata, olio di perilla). In molti casi, alcuni di questi alimenti possono tornare ad essere tollerati e quindi reinseriti nella dieta anche delle persone sensibili.
Una lista esauriente di alimenti da evitare in questa fase si può trovare sul sito di Eurosalus. E’ comunque suggerito l’aiuto di un professionista che sappia guidare verso le varie fasi del percorso mantenendo la dieta bilanciata ⚠️
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